Con il termine “Neuroscienze” nel 1962 il neurofisiologo americano Francis O. Schmitt definì la necessità di collegare le conoscenze tra loro le diverse discipline scientifiche per andare verso una piena comprensione della complessità del funzionamento cerebrale e con questo termine Neurosciences Research Program indicava appunto il suo gruppo di ricerca, composto da scienziati provenienti da differenti ambiti di studio.
Il complesso di discipline racchiuse nelle Neuroscienze va dalla matematica, alla fisica, alla chimica, alle nanotecnologie, all’ ingegneria, all’ informatica, ma anche alla psicologia, alla medicina, alla biologia e alla filosofia. Le Neuroscienze non sono più confinate allo studio del cervello e alla delimitazione del sapere tecnico come accadeva negli anni passati.
Nell’ indagine neuroscientifica rientra una vasta gamma di ambiti:
lo sviluppo, la maturazione ed il mantenimento del sistema nervoso, la sua struttura anatomica e funzionale con un’attenzione particolare al cervello e al ruolo che esso riveste nel comportamento e nella cognizione. Le Neuroscienze cercano di comprendere non solo i normali meccanismi del sistema nervoso, ma anche quello che non funziona adeguatamente comportando disturbi dello sviluppo, psichiatrici e neurologici, comportamenti devianti e antisociali con l’intento di trovare nuove strade per modificarli.
Nel libro “Principi di Neuroscienze” il premio Nobel Eric Kandel dichiara: “Il compito delle Neuroscienze è di spiegare il comportamento in termini di attività del cervello. Come può il cervello dirigere i suoi milioni di singole cellule nervose per produrre un comportamento, e come possono essere queste cellule influenzate dall’ambiente? L’ultima frontiera della scienza della mente, la sua ultima sfida, è capire le basi biologiche della coscienza, ed i processi mentali attraverso cui noi percepiamo, agiamo, impariamo e ricordiamo.”
Le attività ‘mentali’ come il pensiero, le emozioni, l’autocoscienza e la volontà sono funzioni differenti dalle attività ‘cerebrali’ quali il movimento di un arto, la percezione di un colore ecc. ma anch’esse rappresentano espressioni funzionali dei neuroni che costituiscono il cervello.
Le attività mentali e quelle cerebrali sono infatti semplicemente l’espressione unica e indivisibile delle attività degli elementi neuronali e gliali che costituiscono l’organo cervello. Anche se l’espressione è diversa nella qualità e nei modi con i quali si manifesta, entrambe le attività sono dovute a un unico meccanismo con il quale i neuroni comunicano fra loro e con il resto dell’organismo.
Questi studi cominciano a fornire informazioni di fondamentale importanza anche sulla natura dei processi mentali come coscienza, volontà e memoria, problemi enormemente complessi che costituiscono il nocciolo delle funzioni cerebrali. È probabile che una volta compreso a fondo il livello delle funzioni dei singoli neuroni e quello delle attività delle reti neuronali, si potrà giungere alla delucidazione del terzo livello, ossia il tipo di circuiti o attività nervose con cui siamo in grado di poter decidere un determinato atto motorio o rievocativo del passato e dei meccanismi mediante i quali il nostro encefalo, nello stesso momento in cui opera l’elaborazione degli input sensoriali, ci rende coscienti dell’insieme di queste operazioni.